La visione è una sintesi “semplessa” della strategia d’impresa.
Abbiamo già parlato della semplessità quale faro che guida il nostro modo di creare contenuti per le imprese e la formazione e ne abbiamo illustrato l’origine del concetto.
Oggi vogliamo parlarvi della naturale propensione delle organizzazioni complesse a operare nell’ambito della semplessità. Un’impresa vocata al successo mette al centro un lunghissimo lavoro di analisi e sintesi della propria mission. Alla fine in due righe appare il responso di tanto lavoro. È la mission di un’impresa. Quella frase che in un attimo definisce i moventi delle persone che hanno deciso di dare vita a un’idea di business. Da quel momento ogni momento nel quale l’azienda si affaccia all’esterno per annunciare la propria esistenza, la propria presenza sul mercato, è caratterizzato da quella frase, che esprime meglio di ogni altro esempio la semplessità nella comunicazione corporate.
Ci sono mission articolate – non proprio un esempio di semplessità – come quella della General Motors che nel tempo è cambiata: “”G.M. è una multinazionale impegnata in operazioni socialmente responsabili, in tutto il mondo. È dedicata a fornire prodotti e servizi di tale qualità che i nostri clienti riceveranno un valore superiore mentre i nostri dipendenti e partner commerciali condivideranno il nostro successo e i nostri azionisti riceveranno un rendimento superiore per il loro investimento”.
E ci sono Mission veramente sintetiche, come quella di Google:
“La missione di Google è organizzare le informazioni del mondo e renderle universalmente
accessibili e utile.”
Per arrivare a questa definizione, che racconta dell’ethos di un’impresa, oltre che della direzione che ispira il suo agire nel mercato, si coinvolgono esperti di direzione d’impresa, di comunicazione, che di solito interrogano i leader dell’azienda per comprendere quali sono alla fine le ragioni che li portano a svegliarsi al mattino e combattere per il proprio progetto fino a sera.
Ogni impresa ha bisogno di stabilità, di strategie che le permettano di muoversi con disinvoltura e sicurezza nel mercato, governando gli avvenimenti piuttosto che esserne governati. Una stabilità che si ottiene solamente con una solida consapevolezza.
Eppure i contesti nei quali un’azienda si muove sono molti e originano da diverse esperienze. Mutti, ad esempio, un tempo produceva anche Parmigiano Reggiano. Poi ha deciso di lasciare quel settore per dedicarsi al pomodoro.
Pirelli aveva grandi interessi nel mondo della gomma non legata alle automobili: palline da tennis, pavimenti (chi di voi ricorda quello a tondini della metropolitana di Milano?), persino le borse dell’acqua calda. Salvo poi concentrarsi sugli pneumatici.
Ducati faceva radio ricevitori prima di mettersi a fare motociclette. E se volete di esempi ne avremmo una marea…
Ogni volta dunque è importante definire il perché di un cambio di direzione, riformulando la missione, che in questo articolo, per noi è l’esempio principe di una comunicazione semplessa. Ovvero di un pensiero complesso reso semplice, comprensibile, immediato, mai banale.
Interpretare il cambiamento alla vigilia di una enorme trasformazione.
Il futuro che ci aspetta ci impone di affrontare la trasformazione del sistema economico e in qualche modo anche delle dinamiche che governano le nostre società. Il business condotto oggi da molte aziende, probabilmente non sarà lo stesso domani. Essere pronti a interpretare efficacemente questo momento significa anche esprimere all’esterno le scelte grazie alla semplessità nella comunicazione corporate.
Cast Edutainment collabora da anni con Eni, creando contenuti rilevanti per la sua comunicazione esterna. L’azienda fondata da Enrico Mattei oggi è nel mezzo di un cambiamento epocale, che intende governare piuttosto che seguire: la trasformazione verso un sistema energetico mondiale decarbonizzato da qui al 2050.
Sono gli obiettivi fissati dall’Onu, per cercare di mitigare gli effetti devastanti del surriscaldamento globale. Un’azienda Oil&Gas ha delle responsabilità di guidare questo processo, mutando profondamente la propria missione aziendale, restando ancorati al mondo dell’energia, con un repentino riposizionamento verso lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili. Si tratta solo di un esempio, che conosciamo molto bene, di un cambiamento di business, di organizzazione, che si riflette nella comunicazione corporate. Oggi Eni è anche un centro di produzione di contenuti, al pari di un grande quotidiano, per intenderci. I video e i podcast che noi di Cast Edutainment produciamo per il colosso dell’energia italiano sono frutto di questa visione, e la semplessità è il metodo che ispira il nostro lavoro nell’offrire contenuti semplici, facili da comprendere, anche divertenti, al pubblico curioso di conoscere come otterremo l’energia del futuro.
Tutte le organizzazioni complesse hanno l’obbligo di interpretare il futuro con un incredibile sforzo di analisi e comprensione degli scenari. A loro in un certo senso l’onere e l’onore di indicare la strada futura. Una strada che va raccontata.
Il compito è complicato. Anzi Semplesso.
Un po’ tutti i puntini di una comunicazione sinora frastagliata e spesso accusata di toccare solo superficialmente i temi della sostenibilità e della responsabilità sociale, tornano a congiungersi in questo contesto: cambiare diventa una necessità, non più un’opportunità. E il movimento ritiene i vari presidi di CSR e sostenibilità una necessità, non un’opzione. La comunicazione ha uno scopo relativamente facile: dal comunicato stampa, il bilancio di sostenibilità, la comunicazione corporate ha il preciso compito di interpretare il progressivo mutare dell’organizzazione offrendone una narrazione chiara, senza tralasciare nemmeno un particolare, in un contesto particolarmente delicato riguardo la correttezza della comunicazione. Nessun dettaglio infatti può essere omesso, nessun messaggio può essere formulato sommariamente, pena il collasso della credibilità così faticosamente costruita passo a passo per il mercato, sempre più consapevole. Sono le persone che definiscono la qualità delle relazioni tra un’impresa e il suo pubblico di riferimento. E una comunicazione corporate poco trasparente e precisa può fare danni enormi. Per questo oggi più che mai è importante saper formulare la semplessità nella comunicazione corporate.
La semplessità sceglie canali diversi. Lontano dal mainstream. Solo relazioni one to one.
Il bisogno cognitivo di una è espresso, nella società digitale, dagli individui. La consapevolezza del pubblico lo ha trasformato da consumatore a influencer, da utilizzatore a recensore, in una rete in cui le imprese sono connesse ai singoli, i singoli ai propri simili, creando comunità pronte ad aggregarsi molteplicemente secondo interessi condivisi, movimenti di opinione, temi di dibattito che vanno e vengono alla velocità dell’informazione digitale.
Una comunità globale mutevole e dinamica, che non è più governabile, ma diventa un terzo interlocutore, laddove il primo è l’azienda e il secondo i suoi competitor. Una triangolazione governata dal consumatore-stakeholder, che ci aiuterà a trovare un nuovo equilibrio, posto che quello attuale, crediamo non ci sia più bisogno di confermarcelo, è completamente saltato.
Lo sforzo intellettuale del comunicatore odierno è quindi molteplice. Non deve essere solamente capace di esprimere creativamente i contenuti. Ma soprattutto in grado di offrire efficaci modelli di interpretazione della realtà, contributi di senso attraverso la narrazione.
Se ancora qualcuno pensa che lo storytelling sia una forma di rappresentazione di realtà fittizie, beh, lo guardiamo da lontano quasi con tenerezza. Noi di Cast Edutainment vogliamo dare un contributo sostanziale alla comprensione del nostro tempo. Lo facciamo con rigore, profondità, competenza. E anche con un pizzico di sano divertimento. “Edutainment”, in fondo, significa proprio questo.