La corsa agli eventi virtuali: quando a congressi ed eventi mancano le emozioni.

Da quando gli eventi sono stati messi al bando per via della concentrazione pericolosa di persone in un unico luogo che determina occasioni di contagio, la macchina ideativa e produttiva che coinvolge tante aziende creative e di integrazione tecnologica si è sostanzialmente fermata. Un fatto che ha causato naturalmente tante difficoltà economiche, e contemporaneamente ha messo le aziende nelle condizioni di dover trovare valide alternative per mantenere alto il livello di comunicazione tra tutti i soggetti che gravitano attorno a un soggetto economico e sociale: tra sé e i clienti, i fornitori e il personale interno, soprattutto per quelle organizzazioni che hanno agenti e rappresentanti sul territorio. Immediatamente dopo il primo lockdown, si è quindi determinata la necessità di spostare l’evento sul web.

I contenuti sono sempre stati il momento ispirativo di ogni soluzione dal vivo, sia per i congressi che per le convention, con un determinante sbilanciamento, nella scelta degli investimenti, per quello che definiremmo “effetto wow”, affidato alla più recente innovazione tecnologica, con un progressivo alzamento dell’asticella per traguardare le aspettative di successo e memorabilità delle aziende clienti.

Gli eventi aziendali sono sempre stati il laboratorio primario nel quale sperimentare l’edutainment in tutte le sue forme, per diversi ordini di motivi: la memorabilità è sempre stata la stella polare che ha guidato i creativi nell’elaborazione di soluzioni. Soluzioni in grado di coinvolgere tutti i sensi, con un focus nei confronti dello stimolo di emozioni primarie (in quanto affidate ai sensi): sorpresa, meraviglia, gioia, paura, ecc. E ha goduto, e in parte gode ancora, di budget impensabili in altri settori della comunicazione.

Nella transizione dell’evento nel mondo virtuale alcuni presìdi sono rimasti rilevanti: la capacità di organizzare i contenuti e di ordinarli in una regia di alto potere attenzionale. Ripartiamo da qui per creare momenti nei quali le aziende possono incontrare clienti, stimolare la propria forza vendita, attivare dibattiti di cultura d’impresa utili a definire scenari per il futuro.

Soluzioni di intrattenimento nelle quali la tecnologia è solo un mezzo.

Da sempre la capacità di gestire contenuti è al centro di un’efficace strategia di comunicazione e l’evento è il momento più alto nel quale l’azienda sale in cattedra per mettersi al centro dell’attenzione del suo pubblico: clienti, agenti, risorse umane interne, ecc.

Mai come ora la retorica dell’impresa ha bisogno di alleggerimenti, di essere riconnessa all’importanza dell’azienda quale centro di interessi umani ed elemento fondamentale di coesione sociale. L’evento virtuale serve proprio a questo: riconnettere i soggetti che ruotano attorno all’impresa, anche se fisicamente non possono vedersi, scambiando iniziative, pareri, proposte e progetti.

In questo processo, la capacità di ordinare i contenuti e renderli in forma di intrattenimento è alla base di un’ottimale costruzione dell’esperienza live dell’evento di comunicazione. E così l’edutainment prende forma anche negli eventi.

L’assenza di respiro di una magnifica scenografia, la vibrazione di una performance dal vivo in una grande sala da convention non saranno mai replicabili in uno schermo di computer, quando va bene, o in uno smartphone nel più frequente dei casi. È l’impatto con le emozioni e il valore dei contenuti ad essere al centro dell’analisi del successo di un progetto di evento che si deve svolgere on line.

Oltre ai “minus” ci sono tuttavia degli aspetti di valore nel condurre un progetto di evento sulle vie del web.

Innanzitutto la possibilità di generare un’interazione con il pubblico, che è in grado, attraverso il cosiddetto “social wall” di commentare i contenuti espressi con approvazioni o commenti che arricchiscono il dibattito e generano positivi coinvolgimenti. In questo modo si crea un effetto di coinvolgimento che accresce l’attenzione verso i contenuti e il senso di partecipazione a qualcosa che accade da remoto. Mancherà l’applauso quale feedback catartico del gradimento di un contenuto, ma è pronto a entrare in scena l’effetto-moltitudine della chat nella quale si manifesta un flow prima inedito di pareri individuali cui prestare ascolto.

La tecnologia è pronta a questo tipo di flusso di informazioni che prendono molteplici direzioni, con piattaforme di streaming evolute e dotate di strumenti articolati e ricchi di gadget. Entra in gioco anche la possibilità di effettuare, dalla sede dell’evento, numerosi collegamenti che possono essere instaurati con sedi remote a velocizzare il ritmo di fruizione dello spettacolo e a generare un senso di connessione profonda con il territorio e le periferie dell’organizzazione.

Il grande assente degli eventi on line: il pubblico.

Il vero assente che rende un evento virtuale un momento estremamente delicato da gestire è il pubblico. L’effetto di sentirsi parte di qualcosa di più grande, l’emozione di partecipare a una mise en scene è – come si suol dire – catartico. Risveglia il senso di appartenenza, ci offre quella sensazione unica di essere parte di un unicum e di un “corpus” che vibra e si muove all’unisono. La mancanza del pubblico è quella che fa afflosciare completamente il gusto e l’emozione di un evento. Poco fa accennavamo alla mancanza dell’applauso, tanto che in molti eventi virtuali questo è surrogato dalla regia che manda on air registrazioni di pubblico gaudente e applaudente…

Gli Emmy Awards 2020 condotti da Jimmy Kimmel sono stati un archetipo del senso di smarrimento e della grande nostalgia verso la presenza di un pubblico pulsante ed emozionato davanti al palcoscenico. Se andate a vedere il video su YouTube vi renderete conto di come l’idea di evento abbia poggiato sul desiderio di ricreare quell’emozione che l’edizione precedente aveva generato, e di partire da lì per proseguire con un evento virtuale nel quale il pubblico era in collegamento streaming, così come gli innumerevoli ospiti, nominati per l’award che, vestiti da sera di tutto punto, erano a casa in trepidante attesa di scoprire chi avrebbe vinto l’ambito premio.

Ecco, è questo senso di smarrimento dall’assenza del primo ingrediente di un evento, il pubblico, che gli addetti ai lavori stanno cercando di colmare con soluzioni tecnologiche e creative sempre diverse.

Comprendere e discutere nel segno dell’edutainment

Edutainment anche negli eventi? Ebbene sì. Sosteniamo da sempre che l’edutainment sia una modalità di comunicazione che non si applica solamente nel mondo della formazione. . Per questo l’edutainment anche negli eventi. È un contributo di senso che coinvolge la comunicazione in senso lato. Anzi: da sempre intrattenere informando è un principio di base della comunicazione al pubblico da parte delle aziende e dei professionisti della comunicazione: personaggi ispirativi riconosciuti come eccellenze nei loro rispettivi ambiti, lectures di invitati a portare la propria esperienza quale metafora del gioco di squadra, campioni di sostenibilità, atleti che hanno ottenuto importanti risultati. Questo campionario di persone pronte a portare la propria testimonianza ancora vive negli eventi virtuali, nei quali l’elemento spettacolare  ricopre un ruolo primario nel mix degli ingredienti.

Siamo certi che lo stop agli eventi in presenza possa generare un (temporaneo) effetto benefico riportando i contenuti al centro dell’interesse delle imprese, e il momento spettacolare strettamente connesso al senso dei primi.

Raccontare le storie potrà essere oggetto di strade nuove, nelle quali la multimedialità possa ancor più essere utilizzata per veicolare uno storytelling condiviso, attivatore di comportamenti collettivi, generatore di consenso.

Cast Edutainment supporta le imprese con progetti di contenuto che possono essere calati  son successo all’interno di eventi aziendali